31 Ago I tesori nascosti di Parma, la Capitale italiana della cultura 2020-2021
I tesori nascosti di Parma, la Capitale italiana della cultura 2020-2021
Parma è la città del teatro e della musica, con una piazza meravigliosa ma che forse in pochi conoscono. Il cuore storico è una “bomboniera rosa” capace di incantare e sorprendere per la sua strabiliante bellezza. La città è stata proclamata Capitale italiana della cultura anche per il 2021, un titolo che viene assegnato dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Le era stata attribuito già per il 2020, ma è stato deciso di prolungare la nomina visti i mesi di lockdown e le difficoltà di portare avanti a causa della pandemia tutti gli eventi previsti. Inoltre è stato deciso di eleggere Bergamo e Brescia come capitali della cultura per il 2023. Resta così da assegnare il titolo per il 2022. In lizza ci sono 28 città italiane.
Il titolo di “Capitale italiana della cultura”
La nomina ha l’obiettivo di sostenere e valorizzare i progetti culturali, paesaggistici, i servizi turistici, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo anche urbano della città. Non vince la bellezza della città ma i progetti che si presentano e si riceve una sovvenzione in denaro per realizzarli. A istituire il titolo fu il ministro Franceschini nel 2014 a seguito della nomina di Matera a Capitale europea della cultura nel 2019, e in precedenza (dal 1985 ad oggi) assegnata a Firenze, Bologna e Genova. Il titolo “europeo” potrebbe spettare di nuovo a una città italiana nel 2033. Il titolo italiano invece, da quando è stato istituito, è andato a Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018). Matera nel 2019 ha rappresentato la capitale della cultura italiana ed europea.
Alla scoperta di Parma
Parma è pronta ad aprire le sue porte ai turisti forte del prolungamento della nomina a Capitale italiana della cultura. La città ha una delle piazze più belle ma forse anche meno note e vanta oltre mille anni di storia: piazza del Duomo offre una vista spettacolare con duomo (la cupola è stata affrescata da Correggio, così come parte della chiesa e la cupola del Monastero di San Giovanni Evangelista che ha un’antica spezieria), battistero (costruito da Antelami ha una forma ottagonale e l’esterno è in marmo rosa) e palazzo Vescovile, un insieme armonioso e ben conservato.
Meraviglioso anche Palazzo della Pilotta costruito inizialmente da Ottavio Farnese, poi ampliato successivamente. Oggi ospita anche il teatro Farnese, alcuni musei, la biblioteca Palatina e la Galleria Nazionale che conserva le opere di Leonardo da Vinci, Beato Angelico, Guercino, Tiepolo e Tintoretto solo per citarne alcuni. Ma anche la Basilica di Santa Maria della Steccata ha un tesoro nascosto: gli affreschi nel sottarco della cupola del presbiterio sono del Parmigianino. Altro gioiello della città è il Teatro Regio di Parma, commissionato da Maria Luigia d’Asburgo, è un tempio della musica inaugurato da un’opera di Vincenzo Bellini.
Bergamo e Brescia due gioielli del nord
Due delle città più colpite dalla pandemia da Coronavirus hanno ricevuto il titolo di Capitale italiana della cultura 2023. Bergamo e Brescia grazie ad un emendamento inserito nel decreto Rilancio avranno quindi la possibilità di ripartire nel segno dell’arte e della cultura e di mostrarsi ai turisti in tutta la loro bellezza. Bergamo mostra i suoi due volti straordinari: la città alta e quella bassa, una più antica e l’altra più moderna divise dalle mura venete. E poi c’è Brescia, la leonessa d’Italia, con la piazza della Loggia e i suoi portici, la torre dell’Orologio e i palazzi storici tra i più belli in città. Nella Loggia c’è il salone progettato da Vanvitelli. Sorprendono anche piazza del Foro con il teatro e il tempio capitolino; la pinacoteca e il Castello; e soprattutto la piazza dei Duomi, ben due: uno antico di forma circolare e uno più recente terminato nel 1800.
Le città candidate per il 2022
Ancona (Marche), Arezzo (Toscana), Arpino (Lazio), Bari (Puglia), Carbonia (Sardegna), Castellammare di Stabia (Campania), Cerveteri (Lazio), Fano (Marche), Isernia, L’Aquila (Abruzzo), Modica (Sicilia), Molfetta (Puglia), Padula (Campania), Palma di Montechiaro (Sicilia), Pieve di Soligo (Veneto), Pisa (Toscana), Procida (Campania), San Severo (Puglia), Scicli (Sicilia), Taranto (Puglia), Trani (Puglia), Trapani (Sicilia), Tropea (Calabria), Venosa (Basilicata), Verbania (Piemonte), Verona (Veneto), Vigevano (Lombardia) e Volterra (Toscana) sono le 28 città candidate per il titolo di Capitale italiana della cultura 2022. In realtà queste erano le candidate al titolo del 2021, ma vista l’emergenza sanitaria tutto il programma del 2020 è saltato. Dalle 28 candidate saranno scelte 10 città finaliste entro il 12 ottobre, che concorreranno alla valutazione finale che avverrà entro il 12 novembre.
Fra queste 28 candidate figura anche il capoluogo abruzzese che nel 2009 è stato distrutto dal terremoto. Dopo circa 13 anni quindi L’Aquila potrebbe avere la sua chance di mostrarsi di nuovo al mondo e di far ripartire il turismo. La città ha subito enormi danni dal terremoto, ma la rinascita è ormai più che avviata. Bioedil ha contribuito con due progetti alla ricostruzione: il Progetto C.A.S.E. in località Paganica e Bozzano e il Centro Universitario Campo di Pile.