12 Ago Ricardo Bofill: lo sguardo universale del maestro dell’architettura postmoderna
Ricardo Bofill: lo sguardo universale del maestro dell’architettura postmoderna
L’uso di elementi classici, come arco e colonna, ma con forme nuove per esprimere al massimo il suo stile. Ricardo Bofill, architetto e urbanista spagnolo classe 1939 morto nel gennaio del 2022, lascia un’eredità importante essendo stato uno dei massimi rappresentanti del postmoderno ma anche per il suo contributo teorico in numerosi scritti. La sua è una produzione variegata sia per destinazione che per stile, perché si è occupato di aeroporti, di spazi per la formazione e il lavoro, di abitazioni e infrastrutture. Inoltre, costruire in 40 paesi diversi ne ha moltiplicato sicuramente il punto di vista.
Ad ogni luogo la sua architettura
Figlio di un architetto e costruttore e discendente di Guillem Bofill (colui che realizzò nel 1404 la cattedrale di Gerona), entra fin da piccolo nel mondo dell’architettura e dell’edilizia. Nel suo lungo viaggiare fin da giovanissimo, Bofill apprende che ogni luogo ha una sua architettura specifica e che questa non si può tradurre da un’altra parte, ma inventarla di nuovo.
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Si laurea all’università di Ginevra, e nel 1963 fonda il “Ricardo Bofill Taller de Arquitectura” (RBTA) con sede in una fabbrica di cemento. “La Fabrica” diventa il suo studio e la sua casa (la ristruttura ma mantiene gli elementi principali dell’edificio) e qui riunisce architetti, urbanisti, grafici e sociologi, un team multidisciplinare per progetti globali. La sua idea di architettura abbraccia due fondamenti specifici: la monumentalità abitata (grandi edifici per una convivenza civile) e la difesa della piazza mediterranea come luogo di socialità e di incontro. Abbandona le forme pure, ma tiene le linee del moderno e i suoi edifici incorporano elementi classici come colonne ed archi.
I lavori di Ricardo Bofill
I suoi maggiori lavori si trovano in Spagna come il Walden 7, un condominio di diciotto torri in un’area di Barcellona con oltre 400 appartamenti in cui si creano labirinti e cortili; e poi ci sono anche il Parco Manzanares di Madrid e il Teatro Nazionale della Catalogna, questa è una struttura moderna che però si rifà all’architettura del teatro greco. Tra i suoi edifici più conosciuti c’è la Muralla Roja che si trova a Calpe, un edificio residenziale con un architettura mediterranea e araba, che unisce le torri alle qasbah nordafricane. A Barcellona si trova anche l’Hotel Vela, che ha appunto questa forma che richiama alla mente la vela delle navi.
Altre opere di Bofill si trovano in Francia come “Les Espaces d’Abraxas” vicino Parigi e “Les Arcades du lac et le Viaduct”, edifici residenziali costruiti su un lago artificiale collegati con piccoli ponti alla terraferma. Ma abbiamo esempi della sua opera anche in Italia come “Piazza della Libertà e Mezzaluna” e l’edificio “Crescent” a Salerno e la “Torre Orsero” e il “Palacrociere” a Savona, oltre ad aver curato il progetto del Parco Leonardo a Roma. Suo anche il grattacielo di Chicago il 77 West Wacker, e poi altre opere in Marocco, Repubblica Ceca e Svezia. Lo sguardo universale di Bofill ha attraversato l’architettura degli ultimi due secoli.
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