Ambiente, natura e uomo al centro della Biennale di Architettura 2020

Biennale di Architettura 2020 a Venezia

Ambiente, natura e uomo al centro della Biennale di Architettura 2020

Ambiente, natura e uomo al centro della Biennale di Architettura 2020

 

Vivere insieme nel rispetto dell’ambiente, della natura e dell’uomo. È la questione al centro della Mostra Internazionale di Architettura 2020, curata dall’architetto Hashim Sarkis già membro della giuria nell’edizione 2016 della Biennale di Venezia. La manifestazione, che si terrà dal 29 agosto al 29 novembre (inizialmente prevista dal 23 maggio e poi rinviata a causa del Coronavirus), non vuole rivolgersi solo ai professionisti del settore, ma spera in una più ampia partecipazione: dai giornalisti, agli intellettuali, dai giovani studiosi, alle comunità.

“How will we live together?” è il tema di quest’anno

Trovare un nuovo modo di vivere “insieme” e rapportarsi con gli altri, con i cambiamenti culturali, ambientali e con il mondo che ci circonda. Questo è la riflessione che quest’anno la mostra propone a tutti gli architetti invitati a parteciparvi. Il tema “How will we live together?”, proposto dall’architetto libanese Sarkis, ha visto negli ultimi anni l’impegno di molti professionisti, attraverso pubblicazioni e manifestazioni. Una domanda difficile, cui l’architettura può dare una risposta. Cominciando dall’elaborazione di nuovi approcci e soluzioni. Ma sempre con lo sguardo proteso al futuro, affrontando i problemi posti dai cambiamenti climatici e dagli squilibri sociali. E che deve tener ben presente l’approccio umano e le interazioni all’interno delle comunità.

In risposta a questo tema, verrà anche esplorata la tematica del multiculturalismo contemporaneo con l’esposizione “British Mosques” e la presentazione di tre spazi adibiti a moschee nella città di Londra. Il Victoria and Albert Museum approfondirà nel padiglione delle Arti Applicate «l’esplorazione dello scambio culturale e creativo che rende la Gran Bretagna dinamica e con una storia unica in questo senso, dove diverse culture si fondono in nuove opportunità di evoluzione».

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L’obiettivo della Biennale di Architettura 2020

«La mostra – ha spiegato Paolo Baratta presidente della Biennale di Venezia – vuole essere strumento di conoscenza e dialogo per gli addetti all’interno del mondo dell’architettura. Ma un’esposizione è anche una “chiamata” al pubblico, una chiamata a farsi visitatore, a farsi visitatore attento, a farsi testimone diretto, testimone oculare. Sarà utile una Biennale che richiami l’identità di una società o di una comunità sta nella qualità dei progetti che è capace di formulare per il suo futuro: per correggere storture e valorizzare risorse. Progetti frutto di una estesa consapevolezza e diffusa collaborazione».

114 partecipanti in concorso, 46 paesi e tre location

114 architetti, provenienti da 46 paesi, esporranno nello spazio della Mostra, che si snoderà tra il Padiglione Centrale ai Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera. E ancora suddiviso in cinque scale tra l’Arsenale e il Padiglione centrale ai Giardini, dove i temi trattati spazieranno dagli elementi più pratici a quelli più concettuali, dalle analisi più accurate a quelle sperimentali, anche con soluzioni già ampiamente diffuse.

Grenada, Iraq e Uzbekistan parteciperanno per la prima volta alla Biennale, insieme ad altri circa 60 paesi. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale sarà curato da Alessandro Melis. Una mostra di Venezia che pone delle domande ben precise, a cui tutti siamo invitati a riflettere e partecipare.

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