22 Ott Abitazioni e immobili più sostenibili: il Superbonus 110% spinge la rigenerazione urbana
Abitazioni e immobili più sostenibili: il Superbonus 110% spinge la rigenerazione urbana
Rigenerazione urbana e ammodernamento del patrimonio edilizio per rendere il pianeta e gli edifici più sostenibili. È questo il tema che tiene banco in questi ultimi mesi e che coinvolge il mondo delle costruzioni. La decabornizzazione edilizia è possibile cominciando a ridurre i consumi energetici, favorendo l’utilizzo delle fonti rinnovabili, ma anche rendendo più sostenibili i processi di produzione e di trasporto, e poi di smaltimento, dei materiali edili. Una svolta importante in Italia sta arrivando anche grazie agli incentivi statali come il Superbonus 110%, che sono aumentati notevolmente e stanno spingendo l’ammodernamento sia del comparto residenziale privato che quello dei lavori pubblici.
Come incidono gli incentivi
I dati elaborati da Ance mostrano come con il Superbonus 110% siano aumentati in modo consistente gli interventi edilizi, ben 37.128 fino ad agosto 2021 per una spesa di 5,7 miliardi, di cui circa il 47% riguarda gli edifici condominiali, il 33% quelli unifamiliari e il 20% le unità indipendenti. I risparmi messi da parte durante la pandemia uniti agli incentivi sempre maggiori stanno portando ad investimenti consistenti in campo edilizio. Le famiglie hanno compreso con il lockdown l’importanza di una abitazione moderna, energeticamente efficiente, tecnologica, con spazi ampi e un ambiente esterno e investono, utilizzando gli incentivi, per migliorare la propria casa.
Leggi anche: Edilizia sostenibile: il legno come elemento per le costruzioni del futuro
L’accesso agli incentivi del 110%, però, non ha avuto lo stesso impatto su tutto il territorio nazionale:
- Lombardia 5.116 interventi per un valore di 858 milioni
- Veneto 4.628 per 559 milioni
- Lazio 3.704 per 560
- Toscana 3.704 per 398
- Emilia-Romagna 2.861 per 464
- Sicilia 2.751 per 397
- Puglia 2.372 per 326
- Campania 2.447 per 469
- Calabria 1.638 per 249.
La situazione in Italia e in Europa
Tutto questo è necessario per raggiungere gli obiettivi posti nell’Agenda 2030. Gli edifici sono i principali responsabili del consumo energetico e in Europa il 75% degli immobili è inefficiente, in Italia la situazione non cambia di molto con il 65% degli edifici che ha più di 45 anni. Il consumo energetico degli edifici nel 2018 è stato di 32,1 Mtep come riporta il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica di Enea presentato a fine 2020. A incidere di più sull’assorbimento dell’energia è la climatizzazione (70% dei consumi).
C’è stata negli ultimi anni la volontà di accelerare la ristrutturazione e la riqualificazione degli immobili, di favorire gli smart building (la tecnologia fa la differenza in questo caso) e gli immobili a impatto zero. E soprattutto gli innovativi Nzeb (Nearly Zero Energy Building), edifici altamente efficienti che hanno un consumo di energia irrisoria grazie a uno studio sul clima locale, progettazione della forma, dell’orientamento dell’edificio, sulle fonti rinnovabili e sull’impiantistica.
Il futuro del settore edilizio
Il mondo delle costruzioni deve essere protagonista nello sviluppo economico del Paese (il settore vale circa il 20% del Pil italiano) e all’avanguardia per saper cogliere le sfide che le nuove tecnologie e la sostenibilità ambientale impongono. Fondamentale, quindi, cambiare il modo di fare impresa, investendo risorse economiche e di personale su innovazione e digitalizzazione, oltre che su fonti rinnovabili e domotica.
Leggi anche: La sfida del futuro: combattere l’innalzamento delle temperature e il caldo urbano partendo dalle strade e dai tetti