05 Dic Al Maxxi la mostra “Gio Ponti. Amare l’architettura” per ricordare l’architetto
Al Maxxi la mostra “Gio Ponti. Amare l’architettura” per ricordare l’architetto
A quarant’anni dalla morte di Gio Ponti, il Maxxi (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) dedica al grande architetto italiano una retrospettiva che ne illustra la sua poliedrica attività e tutte le sue sfaccettature.
Ha vissuto da protagonista il XX secolo, segnandone il gusto e anticipando i temi dell’architettura contemporanea. E lasciando soprattutto una grande eredità che ispira ancora i giovani architetti.
La mostra su Gio Ponti
Architetto, designer, scrittore e poeta, Ponti è stato un artista a 360 gradi e questa mostra mette in evidenza ogni tratto. L’esposizione è stata curata da Maristella Casciato (senior curator of Architectural collections al Getty research institute di Los Angeles) e Fulvio Irace (critico e storico dell’architettura) con Margherita Guccione (direttore Maxxi architettura), Salvatore Licitra (responsabile Gio Ponti Archives), Francesca Zanella (presidente Csac) e realizzata in collaborazione con il Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma (Csac) e Gio Ponti Archives.
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Il Maxxi e l’architettura pontiana
Ancora prima di mettere piede nel piano dedicato a Ponti, l’edificio romano progettato da Zaha Hadid accoglie il visitatore con degli stendardi che riproducono le facciate stilizzate dei grattacieli pontiani. Il colore che la fa da padrone lungo il percorso che porta alla Galleria è il “giallo fantastico”, con delle foto di Thomas Demand che raccontano gli edifici dell’architetto.
La rassegna, aperta fino al 13 aprile, porta il visitatore in un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio. Si va dal grattacielo Pirelli a Milano alla cattedrale di Taranto, ma passando per disegni, progetti, ceramiche, oggetti di uso quotidiano, fotografie, riviste. E ancora arredamenti per navi e uffici e soluzioni per la casa moderna, i cui spazi devono essere flessibili e adatti a chi li utilizza.
La mostra è divisa in sezioni, ognuna analizza e approfondisce, con le opere e i progetti, i temi cari al maestro milanese, come ad esempio quello della natura. Ponti usava, infatti, elementi architettonici esterni, come balconi e logge, per unire la natura con l’architettura e il centro urbano. Non meno rilevanti progetti più classici e imponenti come la Scuola di Matematica di Roma e i due Palazzi Montecatini a Milano.
Gio Ponti non amava la monotonia, voleva un’architettura leggera soprattutto negli anni del dopoguerra, gli edifici dovevano “volare” (da qui il concetto della smaterializzazione delle facciate) e le superfici essere trasparenti. Concetti moderni che mostrano la sua capacità di precorrere i tempi.
Amate l’architettura, la antica, la moderna.
Amate l’architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato – ha inventato – con le sue forme astratte, allusive e figurative che incantano il nostro spirito e rapiscono il nostro pensiero, scenario e soccorso della nostra vita.
Gio Ponti, Amate l’architettura, 1957
Foto in pagina per gentile concessione del MAXXI (ph. Ettore Ferrari – ANSA)